Le politiche energetiche rappresentano oggi la principale sfida tecnologica, sociale ed economica che abbiamo di fronte nella salvaguardia dell’ambiente;
La transizione energetica deve essere considerato il tema centrale e irrimandabile attorno al quale le nostre società pensano al proprio futuro. Oggi abbiamo le conoscenze tecnologiche e la sensibilità culturale per invertire il paradigma che mette assieme crescita economica e inquinamento, conosciamo la strada da percorrere, ma dobbiamo muoverci in fretta.
Nel corso della 47^ giornata mondiale dell’Ambiente è stato ricordato il dato drammatico secondo il quale 7 milioni di persone in tutto il mondo muoiono prematuramente ogni anno a causa dell’aria inquinata, di fronte a questi temi, la posizione del Movimento 5 stelle è molto chiara: noi diciamo sì alle fonti rinnovabili, alla sostenibilità ambientale, all’efficientamento energetico. Il nostro impegno è volto a sostenere con determinazione e forza l’uscita delle fonti fossili dal sistema energetico, le nostre idee sono oggi confluite nei principali documenti programmatici del Governo, a cominciare dal Piano Integrato Energia Clima al 2030, inviato alla Commissione europea all’inizio di quest’anno.
Il PNIEC è uno strumento fondamentale per la politica energetica e ambientale del nostro Paese e dell’Unione europea per i prossimi dieci anni per quanto riguarda la decarbonizzazione, l’efficienza energetica, il mercato interno dell’energia, il sicurezza energetica e, infine, la ricerca, l’innovazione e la competitività, l’intento è quello di ridurre entro il 2030 le emissioni nel settore della grande industria e della produzione elettrica del 56%, rispetto al 2005, a fronte di un obiettivo europeo del 43%, Tra i principali obiettivi del documento: una produzione di energia da FER nei Consumi Finali Lordi pari al 30%; una quota di energia da FER nei Consumi Finali Lordi nei trasporti del 21,6%; una riduzione dei consumi di energia primaria rispetto allo scenario PRIMES 2007 del 43% e di emissioni di gas serra per tutti i settori non ETS del 33%;
L’altro importante impegno che questo Governo intende assumere è anticipato nella Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2019, nella quale vengono definite le linee i principali di quello che è stato definito Green New Deal; Il documento prevede l’avvio di piani di investimento pubblico sull’ambiente, favorendo, tra le altre cose, il ricorso alle fonti rinnovabili, con iniziative pluriennali orientate con un apposito fondo; Sono, inoltre, previsti due nuovi fondi di investimento, per circa 50 miliardi in 15 anni, volti a favorire la rigenerazione urbana, la riconversione energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili; In questo momento, assistiamo quindi a un ulteriore rafforzamento degli indirizzi del Governo verso un sistema sostenibile; Si tratta di un’opportunità dalla quale la Sardegna può trarre nuovo impulso rispetto allo sviluppo delle rinnovabili e di un’economia Green nell’isola; Da questo punto di vista, in questo ultimo anno, l’orientamento del Mise è stato quello di favorire nell’isola un’elettrificazione spinta dei consumi, anche in relazione alla cessazione della produzione elettrica da carbone nel 2025; L’obiettivo è sostenere lo sviluppo di una struttura energetica basata essenzialmente sulle rinnovabili, a cui si aggiungono, per la sicurezza e il bilanciamento della rete: nuove infrastrutture, come il cavo triterminale Continente-Sicilia-Sardegna; e i sistemi di accumulo o le piccole centrali a gas; Mentre gli usi termici e i trasporti – secondo l’ipotesi già formulata dal Mise – dovrebbero essere soddisfatti dalla presenza di piccoli depositi di GNL, oltre che da GPL, e dalle stesse rinnovabili, nella nostra visione del sistema energetico, il GNL può sicuramente svolgere un ruolo strategico nel rendere possibile la transizione energetica superando le criticità dovute ai costi della sostituzione delle tecnologie, ma questo ruolo il GNL lo deve svolgere, come ho detto, attraverso depositi di piccola taglia, mentre siamo contrari alla realizzazione di grandi infrastrutture di trasporto del gas perché, oltre a essere inutili, rallenterebbero il processo di transizione energetica. Queste in sintesi sono le ipotesi e i programmi su cui sta lavorando il Governo; Sull’energia, dobbiamo avere una maggiore capacità di programmazione e pianificazione, visto, soprattutto, che operiamo in un contesto soggetto a continui cambiamenti.
Oggi, uno degli elementi imprescindibili per qualsiasi strategia energetica è la presa d’atto del crollo del fabbisogno energetico e dell’assenza di qualsiasi elemento che possa fare pensare a una ripresa dei consumi ai livelli del picco massimo registrati a livello nazionale nel 2005. Secondo i dati di Terna, aggiornati a giugno 2019 – nel territorio regionale sono installati impianti di energia rinnovabile per una potenza operativa di circa 2.559 MW, tra fotovoltaico, eolico, idroelettrico e bioenergie, in pratica, circa un terzo del fabbisogno di elettricità è coperto dalle rinnovabili per un consumo annuale totale di appena 9,1 TWh nel 2018. Ricordo che la produzione di energia elettrica supera il fabbisogno di circa 4 TWh che vengono esportati nella penisola, si tratta di una performance importante che, però, non è ancora sufficiente ad affrontare le sfide che abbiamo davanti nei prossimi anni.
Sfide – come quella rappresentata dal phase out dal carbone al 2025 – che hanno bisogno di essere sostenute con un insieme coordinato di interventi come quelli proposti da Governo e Mise. Dobbiamo entrare nell’ottica che la transizione energetica è un tema complesso che non può essere affrontato a suon di slogan, e dobbiamo accettare il fatto che tutti i cittadini sono chiamati, oggi, a fare la propria parte, perché i processi di transizione e cambiamento passano, soprattutto, attraverso la vita e i comportamenti di ciascuno di noi.
Le politiche energetiche rappresentano oggi la principale sfida tecnologica, sociale ed economica che abbiamo di fronte nella salvaguardia dell’ambiente;
La transizione energetica deve essere considerato il tema centrale e irrimandabile attorno al quale le nostre società pensano al proprio futuro. Oggi abbiamo le conoscenze tecnologiche e la sensibilità culturale per invertire il paradigma che mette assieme crescita economica e inquinamento, conosciamo la strada da percorrere, ma dobbiamo muoverci in fretta.
Nel corso della 47^ giornata mondiale dell’Ambiente è stato ricordato il dato drammatico secondo il quale 7 milioni di persone in tutto il mondo muoiono prematuramente ogni anno a causa dell’aria inquinata, di fronte a questi temi, la posizione del Movimento 5 stelle è molto chiara: noi diciamo sì alle fonti rinnovabili, alla sostenibilità ambientale, all’efficientamento energetico. Il nostro impegno è volto a sostenere con determinazione e forza l’uscita delle fonti fossili dal sistema energetico, le nostre idee sono oggi confluite nei principali documenti programmatici del Governo, a cominciare dal Piano Integrato Energia Clima al 2030, inviato alla Commissione europea all’inizio di quest’anno.
Il PNIEC è uno strumento fondamentale per la politica energetica e ambientale del nostro Paese e dell’Unione europea per i prossimi dieci anni per quanto riguarda la decarbonizzazione, l’efficienza energetica, il mercato interno dell’energia, il sicurezza energetica e, infine, la ricerca, l’innovazione e la competitività, l’intento è quello di ridurre entro il 2030 le emissioni nel settore della grande industria e della produzione elettrica del 56%, rispetto al 2005, a fronte di un obiettivo europeo del 43%, Tra i principali obiettivi del documento: una produzione di energia da FER nei Consumi Finali Lordi pari al 30%; una quota di energia da FER nei Consumi Finali Lordi nei trasporti del 21,6%; una riduzione dei consumi di energia primaria rispetto allo scenario PRIMES 2007 del 43% e di emissioni di gas serra per tutti i settori non ETS del 33%;
L’altro importante impegno che questo Governo intende assumere è anticipato nella Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2019, nella quale vengono definite le linee i principali di quello che è stato definito Green New Deal; Il documento prevede l’avvio di piani di investimento pubblico sull’ambiente, favorendo, tra le altre cose, il ricorso alle fonti rinnovabili, con iniziative pluriennali orientate con un apposito fondo; Sono, inoltre, previsti due nuovi fondi di investimento, per circa 50 miliardi in 15 anni, volti a favorire la rigenerazione urbana, la riconversione energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili; In questo momento, assistiamo quindi a un ulteriore rafforzamento degli indirizzi del Governo verso un sistema sostenibile; Si tratta di un’opportunità dalla quale la Sardegna può trarre nuovo impulso rispetto allo sviluppo delle rinnovabili e di un’economia Green nell’isola; Da questo punto di vista, in questo ultimo anno, l’orientamento del Mise è stato quello di favorire nell’isola un’elettrificazione spinta dei consumi, anche in relazione alla cessazione della produzione elettrica da carbone nel 2025; L’obiettivo è sostenere lo sviluppo di una struttura energetica basata essenzialmente sulle rinnovabili, a cui si aggiungono, per la sicurezza e il bilanciamento della rete: nuove infrastrutture, come il cavo triterminale Continente-Sicilia-Sardegna; e i sistemi di accumulo o le piccole centrali a gas; Mentre gli usi termici e i trasporti – secondo l’ipotesi già formulata dal Mise – dovrebbero essere soddisfatti dalla presenza di piccoli depositi di GNL, oltre che da GPL, e dalle stesse rinnovabili, nella nostra visione del sistema energetico, il GNL può sicuramente svolgere un ruolo strategico nel rendere possibile la transizione energetica superando le criticità dovute ai costi della sostituzione delle tecnologie, ma questo ruolo il GNL lo deve svolgere, come ho detto, attraverso depositi di piccola taglia, mentre siamo contrari alla realizzazione di grandi infrastrutture di trasporto del gas perché, oltre a essere inutili, rallenterebbero il processo di transizione energetica. Queste in sintesi sono le ipotesi e i programmi su cui sta lavorando il Governo; Sull’energia, dobbiamo avere una maggiore capacità di programmazione e pianificazione, visto, soprattutto, che operiamo in un contesto soggetto a continui cambiamenti.
Oggi, uno degli elementi imprescindibili per qualsiasi strategia energetica è la presa d’atto del crollo del fabbisogno energetico e dell’assenza di qualsiasi elemento che possa fare pensare a una ripresa dei consumi ai livelli del picco massimo registrati a livello nazionale nel 2005. Secondo i dati di Terna, aggiornati a giugno 2019 – nel territorio regionale sono installati impianti di energia rinnovabile per una potenza operativa di circa 2.559 MW, tra fotovoltaico, eolico, idroelettrico e bioenergie, in pratica, circa un terzo del fabbisogno di elettricità è coperto dalle rinnovabili per un consumo annuale totale di appena 9,1 TWh nel 2018. Ricordo che la produzione di energia elettrica supera il fabbisogno di circa 4 TWh che vengono esportati nella penisola, si tratta di una performance importante che, però, non è ancora sufficiente ad affrontare le sfide che abbiamo davanti nei prossimi anni.
Sfide – come quella rappresentata dal phase out dal carbone al 2025 – che hanno bisogno di essere sostenute con un insieme coordinato di interventi come quelli proposti da Governo e Mise. Dobbiamo entrare nell’ottica che la transizione energetica è un tema complesso che non può essere affrontato a suon di slogan, e dobbiamo accettare il fatto che tutti i cittadini sono chiamati, oggi, a fare la propria parte, perché i processi di transizione e cambiamento passano, soprattutto, attraverso la vita e i comportamenti di ciascuno di noi.
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