Mentre il Governo si limita a parlare di transizione green, il settore automobilistico italiano rischia di perdere la corsa verso la riconversione delle motorizzazioni e la produzione di auto elettriche. Manca un piano industriale in una fase in cui i principali competitor europei appaiono sempre più agguerriti nell’aggiudicarsi la leadership nella componentistica e nella realizzazione di batterie e accumulatori».
È quanto afferma il deputato Andrea Vallascas (L’Alternativa c’è) in un’interpellanza presentata al Ministro della transizione ecologica e al Ministro dello sviluppo economico, in merito alla crisi del settore auto in Italia e al rischio che Stellantis non realizzi in Italia il programmato hub europeo per la ricerca e la produzione di batterie elettriche di nuova generazione.
«Il settore auto attraversa una decisiva fase di cambiamento dalla motorizzazione termica a quella elettrica – spiega Vallascas -. Una fase nella quale la leadership è determinata dalla capacità di realizzare una filiera incentrata sull’autoelettrica con particolare riguardo alla produzione di sistemi di accumulo e batterie».
«Per affrontare questa sfida – prosegue – Stellantis ha annunciato l’intenzione di attrezzare degli hub per la ricerca e la produzione di batterie elettriche di nuova generazione. Due giga-factory sono state già allestite in Francia e in Germani, ma entro il 2025 ne serviranno altre due negli Stati Uniti e in Europa».
«A preoccupare – aggiunge – è il fatto che la scelta del paese europeo che ospiterà la nuova giga-factory potrebbe essere presa in base ai volumi di vendita. Un criterio che favorirebbe la Spagna e penalizzerebbe l’Italia, dove sono presenti sette stabilimenti del gruppo. Sarebbe un gravissimo danno per tutta la filiera dell’automotive del nostro Paese, con grave compromissione dei livelli produttivi e occupazioni».
«La verità – prosegue – è che l’Italia sconta la mancanza di una piano industriale in un contesto in cui i diversi competitor stanno dimostrando di avere le idee molto chiare sugli scenari futuri dell’industria dell’auto. Una sciagura per un settore strategico come quello dell’auto che in Italia che impiega 1,25 milioni di addetti, produce 344 miliardi di fatturato e garantisce un gettito fiscale di 76,3 miliardi».
«L’assenza di una visione strategica – conclude Vallascas – è costata al nostro Paese una contrazione più marcata degli ordinativi rispetto ad altri paesi europei. Nel 2020, il settore in Italia ha perso il 27,9 per cento nelle autovetture, il 15,1 nei veicoli commerciali, il 14,4 nei veicoli industriali, il 21,7 nei rimorchi e semirimorchi e il 24,8 per cento negli autobus».
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