Tra una dichiarazione di guerra alla Russia e un inchino a Biden, il Governo dei migliori propone l’ennesimo provvedimento tampone per cercare di attenuare una grave crisi economia che, con il suo stesso atteggiamento irresponsabile, rischia di fare degenerare;
La gravità della situazione è stata delineata qualche settimana fa dall’Ufficio parlamentare di bilancio che ha calcolato che il costo di altri tre mesi di guerra potrebbe presto salire sopra i 45 miliardi;
Già in precedenza, Confindustria aveva stimato che il conflitto comporterà un maggior costo finale della bolletta di circa 68 miliardi su base annua, di cui 27 miliardi saranno sostenuti dalla sola industria manifatturiera;
Per l’economia italiana, significa un’incidenza dei costi dell’energia di circa il 77 per cento sul totale dei costi di produzione;
Tutti i settori sono colpiti direttamente e indirettamente: dall’industria manifatturiera, all’agricoltura, ai servizi, alla pesca;
Nessuno è escluso, perché tutti i settori soffrono della crisi prodotta dall’aumento dei prezzi a cui si aggiunge la difficoltà nell’approvvigionarsi di materie prime o di semilavorati, con gravi ripercussioni sui consumatori finali;
A pagare il prezzo maggiore sono le realtà più contenute: è stato stimato che le micro e piccole imprese artigiane (con consumi annui fino a 500 Mwh), nell’ultimo anno, hanno pagato un extra costo per l’energia elettrica di 6,2 miliardi di euro rispetto alla media della Francia e della Germania;
Grave anche la situazione dell’agricoltura, dove il prezzo di gasolio mangimi, fertilizzanti ed energia elettrica sta mettendo in ginocchio numerose produzioni e allevamenti;
E con una filiera agroalimentare che assorbe il 10 per cento dei consumi energetici e con l’85 per cento delle merci che per arrivare sugli scaffali viaggia su strada, il prezzo del carrello della spesa ha subito una vera e propria impennata;
Una situazione oggettivamente drammatica, per famiglie e imprese, che viene confermata da tutti gli indicatori economici;
Per il mese di aprile, l’Istat ha rilevato l’aumento dell’indice generale dei prezzi, che si attesta, su base annua, a +6,2 per cento; Continuano a crescere i prezzi dei beni energetici, dei trasporti, degli alimentari;
Secondo l’Istituto si registra un peggioramento delle attese sull’economia da parte delle imprese manifatturiere e dei servizi, mentre i salari dei lavoratori perderanno il 5 per cento del loro potere d’acquisto;
Preoccupante il dato relativo alle nuove registrazioni e ai fallimenti delle imprese nel primo trimestre di quest’anno;
Le registrazioni risultano in calo in tutti i settori, da –16,6 per cento dei trasporti a -0,9% per gli esercizi ricettivi e di ristorazione;
Particolarmente negativi i risultati delle costruzioni (-12,9%),del commercio (-11,5%) e dell’industria in senso stretto (-6,2%);
Per quanto riguarda i fallimenti, sono colpite soprattutto le attività del servizi di alloggio e ristorazione (+22,5%) e nelle costruzioni (+16,6%);
Confindustria, in audizione al Senato, ha parlato di un contesto drammatico, dove, su un campione di 2mila imprese associate, oltre il 16 per cento ha dichiarato di aver ridotto la produzione e, tra queste, 3 su 10 hanno registrato un calo superiore al 20 per cento;
Mentre, tra le imprese che non hanno ridotto la produzione, una su tre ha dichiarato di poter continuare soltanto per tre mesi senza sostanziali interruzioni;
Lo scoppio della guerra in Ucraina non è la causa di questa situazione, ma, come è stato ricordato da alcune associazioni di categoria al Senato, il conflitto ha aggravato la crisi energetica scoppiata nel 2021;
L’Italia, oggi, sconta un prezzo altissimo a causa dell’incapacità del Governo che non ha saputo predisporre misure tempestive e strutturali di fronte ai primi segnati, peraltro evidentissimi, del rincaro dei prezzi delle materie prime e dell’energia;
Sin dalla fine del 2020, il settore delle costruzioni aveva registrato il rincaro di alcune materie prime, come l’acciaio (+150%), i polietileni (+110%), il rame (+29,8%);
A questo si aggiunge il caro-energia che ha prodotto effetti devastanti già dalla seconda metà dello scorso anno;
Confartigianato, in audizione, ha ricordato che la bolletta energetica degli italiani è aumentata di 28 miliardi di euro negli ultimi dodici mesi a partire da gennaio 2021: il nostro è il Paese europeo dove si è registrato il maggiore rincaro energetico;
Evidentemente, solo il governo non si è accorto, o ha fatto finta di non accorgersi, di quello che stava accadendo, visto che addirittura ha sovrastimato la crescita per il 2022, nonostante la nota di Aggiornamento al DEF sia stata predisposta a settembre in piena crisi energetica;
Il provvedimento che ci troviamo a discutere oggi è l’esempio drammatico di questo approccio parziale e approssimativo a una situazione complessa;
Tra interventi diretti sul caro-bollette e caro-carburanti e quelli indiretti, siamo al sesto provvedimento in materia di contenimento degli effetti dell’aumento dei prezzi;
Il Governo, ormai, insegue le emergenze, con interventi “a macchia di leopardo” e privi di un’orizzonte temporale che consenta a famiglie e imprese tempi congrui per programmare le attività;
Questo modo di operare porta anche a una riduzione dell’efficacia della dotazione finanziaria che rischia di perdersi in mille rivoli, senza poter garantire aiuti concreti ed efficaci;
Oggi vengono stanziati poco più di sei miliardi che portano la dotazione complessiva degli interventi sino ad oggi a circa 20 miliardi;
Nel complesso risorse che le associazioni di categoria considerano inadeguate, anche perché – pur ampliando ed estendendo alcuni misure introdotte da precedenti provvedimenti – non sono accompagnate e sostenute da una visione d’insieme;
Confindustria ha sottolineato l’urgenza di misure di sostegno, non solo mirate, ma soprattutto durature e robuste dal punto di vista delle risorse impiegate, e questo soprattutto in relazione agli interventi messi in campo da Paesi che sono nostri concorrenti diretti, come Francia e Germania;
Viceversa, l’orizzonte temporale di questo Governo non va oltre le scadenze trimestrali o addirittura non va oltre un mese, come nel caso delle accise;
Come si fa a pensare di dare garanzie a un settore se uno dei provvedimenti principali, la riduzione delle accise, ha una validità di appena un mese, salvo la proroga disposta con un successivo decreto emergenziale;
Questo sistema, che vediamo, in una serie di misure presenti nel decreto, trasforma gli interventi in veri e propri bonus che, in molti casi, rischiano di rivelarsi sono dei palliativi momentanei;
Questo Paese ha bisogno di strumenti di sostegno per imprese e famiglie che abbiano stabilità nel tempo e, soprattutto, che abbiano un’adeguata dotazione economica;
La stessa consistenza finanziaria del provvedimento presenta molte incertezze, soprattutto sotto il profilo delle coperture garantite dalla tassazione degli extra profitti delle società energetiche;
L’agenzia internazionale per l’energia aveva invitato gli Stati a controllare e a mettere nel mirino i circa 200 miliardi di “profitti inattesi” del settore energetico, perché, il caro-bollette ha arricchito “indebitamente” i grandi fornitori di energia;
Sul gettito che può derivare dagli extra profitti, il Governo deve fare chiarezza, soprattutto per quanto riguarda la base imponibile, il livello dell’aliquota e i criteri;
Permangono molti dubbi, ad esempio, sulla metodologia di calcolo e misurazione degli extra profitti;
Ma, evidentemente, lo stesso Governo ha preso atto delle numerose criticità, visto che l’operazione, presentata con grande entusiasmo, prevede una rimodulazione dell’aliquota, nel prossimo decreto, dal 10 al 25 per cento;
Nel complesso, quello all’esame è un provvedimento emergenziale, in linea con lo spirito di un Governo che vive sempre più alla giornata;
Anche gli interventi legati alla promozione delle rinnovabili seguono, non una pianificazione coerente con le risorse a disposizione e le necessità di tutela ambientale, ma sono frutto della fretta dettata dalla situazione di emergenza;
Sono interventi destinati a subire i vari “stop and go” che hanno caratterizzato il “Superbonus 110”, sul quale andrebbero fatte delle valutazioni vista l’alta percentuale di imprese edili che, secondo l’Istat, hanno dichiarato fallimento nel primo trimestre di quest’anno;
Il tema del contenimento dei costi energetici e delle materie prime ha bisogno di misure in grado di incidere realmente nel tessuto produttivo del Paese;
In questo senso, gli interven
ti nazionali devono essere integrati con iniziative e decisioni a livello europeo;
Ci sono ambiti che hanno bisogno di un’azione europea che garantisca una regolamentazione sovranazionale;
Pensiamo alla questione del contrasto alle manovre speculative sui mercati energetici e la necessità di coordinare una politiche comuni di regolazione dei prezzi;
Noi votiamo contro la conversione del decreto legge;
Un provvedimento che, secondo il malcostume ormai diventato prassi del “mono-cameralismo a senso unico alternato”, non abbiamo avuto la possibilità di esaminare e di correggere;
Un fatto gravissimo che offende il ruolo dei parlamentari e che, ancora una volta, imbavaglia le opposizioni limitando il loro fondamentale ruolo di vigilanza e controllo dell’Esecutivo.
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