Un’eccellenza nel cuore della Marmilla, che promuove il territorio, attraverso la genuinità dei suoi prodotti e le tradizioni enogastronomiche locali.
Sabato scorso ho vistato Casa Puddu, a Siddi, un’antica casa padronale ristrutturata dal Comune, che dal 2011 è la sede della Fondazione Accademia Casa Puddu, un progetto che ha messo assieme grandi competenze, managerialità e tanta passione il tutto al servizio dell’economia del luogo.
Casa Puddu nasce con l’idea di dare vita a un’accademia di alta formazione per chef, maitre di sala, esperti di vini e territorio. Ad animare il progetto, il Comune di Siddi, proprietario della struttura, lo chef Roberto Petza, assieme a manager e professionisti che «hanno dato vita – mi ha raccontato Gianfranco Massa, componente del consiglio di amministrazione della Fondazione ed esperto di formazione, che mi ha accompagnato nel corso della visita – a un partenariato supportato da Regione e Provincia del Medio Campidano, coinvolgendo associazioni, istituzioni e soprattutto gli operatori del territorio».
L’obiettivo è creare un sistema virtuoso in grado di promuovere le tipicità locali di qualità inserendole nel lavoro di un grande chef di fama internazionale come Roberto Petza, riferimento fondamentale sia per i corsi dell’accademia sia del ristorante realizzato a Casa Puddu . «Il nostro desiderio – ha aggiunto Massa – è formare degli ambasciatori del territorio, professionisti della ristorazione che possano portare in giro per il mondo i principi di una cucina di qualità legata al territorio e fatta di prodotti genuini e unici perché coltivati in questi luoghi e nella loro stagione. La formula dell’accademia è stata scelta perché evoca un luogo in cui si può apprendere partecipando. La partecipazione è l’elemento necessario per conoscere cosa significhi patrimonio culturale. E oggi i partecipanti ai nostri corsi – una quindicina a corso – trovano tutti un impiego nel settore della ristorazione».
Un approccio importante alla cultura e alle tradizioni eno-gastronomiche della Sardegna, approccio che è stato sottolineato nel corso della visita dallo stesso Roberto Petza. «In giro – mi ha raccontato – ci sono tante accademie di cucina, ma la nostra è diversa perché è una scuola che punta ad insegnare il territorio per valorizzarlo. Noi non siamo uniformati alle grandi aziende, ai grandi fornitori che ti fanno utilizzare i loro prodotti in tutto il mondo, standardizzando di fatto i sapori. Noi non vogliamo uniformarci perché abbiamo una filosofica diversa, quella di far vivere il territorio, le sue materie prime, i suoi profumi, i suoi sapori e dunque far entrare i ragazzi a contatto con il suo sviluppo attraverso l’alta cucina».
Il risultato è che, da quanto mi hanno riferito, l’ottanta per cento delle materie prime proviene dal territorio e dalla provincia, mettendo in moto un’economia che affonda le radici nelle grandi tradizioni agroalimentari del luogo e dando impulso e prospettive di sviluppo alle piccole realtà, spesso orientate all’autoconsumo.
Sabato pomeriggio ho avuto modo di soffermarmi a parlare con Marco Pisanu, ex sindaco di Siddi e presidente della Fondazione, che mi ha fatto conoscere anche parte del paese. Per lui, che è uno dei protagonisti del progetto «l’Accademia vuole essere un punto di riferimento per costruire una vetrina che renda visibile e condiviso il patrimonio culturale ed ambientale che si trasmette con la grande cucina del territorio. E nel contempo vogliamo supportare tra i giovani la propensione alla creazione d’impresa nel settore della ristorazione e dell’accoglienza avviandoli al rilancio della filiera agroalimentare e delle produzioni autoctone».
Siddi è una bella realtà resa possibile dall’incontro tra alta cucina, tradizioni agricole e competenze manageriali. Ed è un esempio dei risultati che si possono ottenere creando un vero e proprio sistema che coinvolga tutto il territorio e le sue risorse migliori. E tutto questo in una realtà a settanta chilometri da Cagliari lungo percorsi non proprio serviti egregiamente dal trasporto pubblico. Congratulazioni.
Fonte: www.andreavallascas.it
0 commenti