La fuga degli italiani all’estero, il segno più sull’esodo che ci farà male
Mentre la grancassa del “regime” animata da giornali e televisioni canta, da oltre due anni, la retorica della ripresa, del segno più, dell’Italia che cambia verso, del Paese smart con i Ministri easy, carucci e impreparati, riprende l’esodo degli italiani verso l’estero. Questo emerge nel rapporto presentato a Roma dalla Fondazione Migrantes ‘Italiani nel mondo 2016’.
Nel 2015 hanno lasciato il nostro Paese 107.529 nostri connazionali, oltre 2500 sono sardi (6,5% in più dell’anno precedente), una perdita incalcolabile. Questo segno più, è una stigma sulla coscienza della classe politica al governo, nazionale e regionale, aggrovigliata su un’unica priorità, la sua autoconservazione.
Le politiche proposte, in era renziana, tutte orientate al “massimo ribasso”, hanno puntato esclusivamente sulla riduzione del perimetro dei diritti dei lavoratori, vedi il Jobs Act, e sull’abbassamento del costo del lavoro, come ammesso del resto dai famosi pamphlet informativi del Mise che vendono il prodotto “lavoratore italico” nelle fiere, all’urlo.
<<stranieri investite in Italia, gli stipendi sono più bassi della media europea>>. Basare la propria competitività su un sistema di bassi salari, espone a nuovi ribassi e non risolve il dramma della disoccupazione. Il mercato del lavoro asfittico, le ricette sbagliate, castrano le eccellenze che fuggono da un sistema assente di opportunità e meritocrazia.
Questo non è più un Paese per giovani, e così perdiamo la scommessa del futuro.
pubblicato su Cagliaripad il 14 Ottobre 2016
0 commenti