Chiusura Bricocenter Marconi, Vallascas (M5s): «L’azienda si rifiuta di ricollocare i dipendenti licenziati in altri punti vendita della Sardegna: siamo di fronte a una palese violazione della dignità dei lavoratori»
Cagliari, 31 gennaio 2020. «Nonostante in Sardegna siano presenti altre strutture commerciali della stessa catena di distribuzione, l’azienda si rifiuta di ricollocare nell’isola i dipendenti licenziati a seguito della chiusura del punto vendita di Cagliari-Pirri. Un comportamento arbitrario e lesivo della dignità dei lavoratori, aggravato dal fatto che, come alternativa al licenziamento, ai lavoratori sarebbe stato offerto il trasferimento in altre regioni».
È quanto afferma il deputato del Movimento 5 stelle, Andrea Vallascas, che ha presentato un’interrogazione al Ministro del lavoro sulla vicenda dei 19 dipendenti del Bricocenter Marconi di Cagliari-Pirri, che saranno licenziati a partire dal primo marzo perché l’azienda ha deciso di chiudere il punto vendita presente da ventisei anni all’interno della Città-Mercato.
«Una situazione assurda – spiega Vallascas –. L’azienda invece di ricollocare i dipendenti nei numerosi punti vendita presenti nell’isola, preferisce dichiarare l’esubero e avviare le procedure di licenziamento».
«Una decisione immotivata – prosegue – anche perché in Sardegna sono presenti altri negozi della stessa catena di distribuzione a cui si aggiungono numerose realtà commerciali collegate. Bricocenter, ad esempio, è una controllata di Leroy Merlin, società che controlla anche Bricoman»
«Si tratta – aggiunge Vallascas – di aziende che operano nello stesso settore e che fanno parte del Gruppo Adeo, presente in Sardegna con diverse società della grande distribuzione: circostanza che consentirebbe un più agevole ricollocamento nell’isola dei dipendenti del Bricocenter Marconi».
«Per tutte queste ragioni – conclude – vorremmo vederci chiaro in questa vicenda. In particolare, vorremmo che il Ministero verificasse il rispetto delle norme sulla tutela del lavoro e della dignità dei lavoratori. Tra le notizie trapelate, infatti, sembra che ai dipendenti siano stati offerti, quale alternativa, un incentivo ridicolo o il trasferimento in un punto vendita lontano dalla Sardegna. Tutte circostanze che, se accertate, indebolirebbero la posizione negoziale del lavoratore che, in questo modo, verrebbe privato della libertà di scelta e costretto ad accettare la soluzione più vantaggiosa per il datore di lavoro».
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