Cagliari, 10 febbraio 2015 – E’ approdata in Parlamento la vicenda del “caro bollette” della Tari che sta interessando alcuni comuni del Medio Campidano, tra cui Villacidro e Guspini. Una situazione contrassegnata da rincari spropositati e inspiegabili che hanno generato manifestazioni di protesta da parte dei cittadini, sfociate con l’occupazione dei rispettivi Consigli comunali. Il deputato del Movimento 5 Stelle, Andrea Vallascas, ha presentato un’interrogazione ai Ministri dell’Economia e Finanze, dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, per sollecitare un chiarimento su quanto è accaduto nella definizione delle tariffe. In particolare vengono richieste alcune spiegazioni sulle modalità di affidamento del servizio, senza adottare un procedimento ad evidenza pubblica, e il pagamento di un canone d’affitto per l’uso degli impianti. Tutti aspetti già oggetto di rilievi da parte della Regione Sardegna. «Agli inizi dell’anno – spiega Vallascas – le amministrazioni comunali di Villacidro e Guspini hanno emesso i bollettini della Tari, la tassa sui rifiuti, con aumenti dal 60 al 100 per cento. Una situazione che ha destato legittime preoccupazioni e proteste tra i cittadini, proteste sfociate con l’occupazione dei rispettivi Consigli comunali». «Entrambi i comuni, come altri del Medio Campidano – aggiunge il parlamentare – conferiscono i rifiuti a una società pubblica, la Villaservice Spa, della quale detengono parte del capitale sociale. La Villaservice è nata dalla fusione di due società la Villaservice Srl e la FISIA Impianti, per iniziativa del Consorzio industriale provinciale del Medio Campidano – Villacidro, che nel 2008 ha ceduto il pacchetto azionario ai Comuni che fanno parte del Consorzio». «Sull’affidamento del servizio – prosegue Vallascas – si registrano diverse anomalie, che la stessa Regione aveva rilevato in un procedimento che aveva portato nel 2013 al commissariamento del Consorzio. Tra le più rilevanti si segnala il pagamento da parte di Villaservice al Consorzio di un canone d’affitto, di circa 600mila euro, per l’utilizzo degli impianti di smaltimento. Un elemento che contrasta con la normativa di riferimento che prevede l’affidamento degli impianti di smaltimento dei rifiuti in comodato gratuito, proprio perché la corresponsione di un canone fa lievitare costi di gestione e bollette finali, con gravi disagi per i cittadini». «L’altro elemento non secondario – aggiunge il deputato – è l’affidamento del servizio per il quale si sarebbe dovuto avviare un procedimento ad evidenza pubblica, con un regolare bando. L’affidamento, viceversa, è stato diretto». «E’ sicuramente vero – conclude Vallascas – che il Tar ha annullato il commissariamento del Consorzio. Ma questo non chiarisce né rigetta i rilievi della Regione. Infatti il Tribunale amministrativo ha bocciato il commissariamento non per i rilievi, ma per la forma del procedimento adottato»
Fonte: www.andreavallascas.it
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