ROMA, 4 aprile 2014 – Il deputato del M5S in Commissione Attività produttive, Andrea Vallascas, aveva chiesto già nel dicembre scorso, tramite un’interrogazione al ministero dello Sviluppo, chiarimenti in relazione alla sussistenza di due importanti strumenti di monitoraggio dei risultati (finanziati con il denaro pubblico), nel campo delle fonti rinnovabili e dell’uso razionale dell’energia dal nostro Paese. La risposta del governo, però, è arrivata solo qualche giorno fa (link in calce).Ma vediamo di quali strumenti si discute. Il primo è stato previsto, dalla legge 10 del 1991 che attribuiva all’Enea il compito di relazionare per le sue attività il Ministero, che a sua volta doveva poi provvedere a informare annualmente il Parlamento, sullo stato di attuazione del piano energetico nazionale, attraverso un’apposita relazione.Dalle rilevazioni eseguite in prima persona da Vallascas, l’opera di informazione dei diversi ministri è stata assolta, sull’Osservatorio, fino al 2004 ma in modo frammentario e discontinuo. Nel frattempo, con la Direttiva europea 77 del 2001, e con il decreto legislativo 387 del 2003, è stato creato ‘l’Osservatorio nazionale sulle fonti rinnovabili e l’efficienza negli usi finali di energia’, un pool di esperti incardinato nel Ministro dello Sviluppo Economico che, per una spesa di ben 750 mila Euro all’anno da pagamìrsi in bolletta con la solita componente A3, avrebbe dovuto verificare, valutare e indirizzare le politiche e, soprattutto, gli strumenti di incentivazione previsti.Vallascas chiosa: “A quanto pare, però, questo meccanismo ha funzionato un solo anno, da qui la nasce la mia perplessità, perché risulta, dalle mie rilevazioni, un solo trasferimento finanziario a copertura dei costi dell’osservatorio, per l’anno 2004. Il Parlamento, però, ha ricevuto una sola relazione, non dal Ministro ma direttamente dall’Osservatorio nel 2009”. Intanto tre anni dopo nasceva l’Osservatorio “per il Burden Sharing”, istituito dall’art. 5 del DM 15 marzo 2012, un organismo di controllo e valutazione sempre incardinato nel Ministero per lo Sviluppo Economico e operativo dal 2013.“Insomma, nonostante il proliferare di osservatori, che pesano sulle tasche dei cittadini, il Parlamento, da quanto è emerso non riceve da ben 10 anni, informazioni sulla situazione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica”, aggiunge Vallascas. “Intanto secondo l’art. 41 del d.lgs 28/2011 con cui abbiamo recepito la Direttiva 28 del 2009 , è previsto un solo momento di verifica che si tradurrà in una relazione del Ministro sui risultati ottenuti e le eventuali criticità rilevate da presentare entro il prossimo luglio”.Risulta dunque evidente secondo il deputato del M5S che “abbiamo bisogno di un quadro normativo certo e stabile, un testo unico dell’energia che affianchi un piano energetico in grado di anticipare e migliorare gli obiettivi europei, anche grazie a un controllo efficace e tempestivo del Parlamento. Il contributo dell’aula sarà più incisivo se potrà contare sull’informativa di una struttura di osservatori efficienti che relazionino con cadenza periodica e costante sui temi in oggetto”.
L’INTERROGAZIONE M5S E LA RISPOSTA DEL VICEMINISTRO ALLO SVILUPPO CLAUDIO DE VINCENTI
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