Ancora una volta il treno passa e l’Isola si ferma e rimane a guardare, ostaggio di di una burocrazia incapace e di una politica priva di una programmazione di lungo periodo. Sempre più alla mercé di una dirigenze inefficiente si vede sfuggire l’opportunità di un vera rinascita.. La politica regionale, complice di un Governo fantasma, ancora una volta, si dimostra incapace di pensare il suo futuro e di garantirne uno ai nostri giovani. Ultimo esempio di occasioni mancate è l’accesso al Feis, un fondo europeo di 315 miliardi, che la Commissione destinerà al rilancio dell’economia dei 28 Paesi membri. Una grande occasione per il potenziamento delle nostre reti energetiche, telematiche e delle infrastrutture, debolissime come bene sappiamo, e concausa diretta nel ritardo del nostro sviluppo. All’Italia dovrebbero andare 900 milioni di euro, giorni fa in Commissioni riunite Katainen annunciava questo piano di rilancio, che poteva e doveva essere sfruttato..Di questi milioni di euro nemmeno uno andrà alla Sardegna, sic rebus stantibus, nessun progetto infatti risulta pervenuto dall’Isola.. Questo, uno dei tanti esempi, palesa la lacunosa organizzazione della Regione Sardegna, in fatto di programmazione, uso e conoscenza dei bandi europei. Eppure la nostra è un’Isola di eccellenze e grandi competenze., resta da chiedersi come queste vengano utilizzate. Quasi certamente non godremo dei benefici del FEIS, sicuramente come governo nazionale saremo però chiamati a dare il nostro contributo a questo come a tanti altri fondi, soldi dei cittadini anche sardi, che andranno a finanziare, magari, infrastrutture in Spagna. L’Unione Europea, è sempre più consapevole di aver sbagliato miseramente strategia, l’Italia e la Sardegna hanno perso risorse economiche, umane e sociali che non potranno essere recuperate in poco tempo, questo però non solleva il Governo nazionale e regionale dalle proprie responsabilità. Ora la Commissione europea punta ad un piano di rinascita industriale ma il nostro Paese, la nostra regione cosa stanno facendo? Non è possibile rimandare delle decisioni che avranno effetti, se saremo fortunati, tra una decina d’anni, bisogna muoversi adesso. É compito di questo Governo dare una prospettiva di rilancio alla nostra economia, ma ad oggi la nostra classe politica nazionale e regionale, ha dato risposte solo per il breve e brevissimo periodo. Affetta da una miopia politica che ha portato la nostra nazione in una spirale recessiva, fatta di immiserimento generale e una disoccupazione record, fuori dalla media europea, siamo dietro la stessa Spagna ormai.
A livello nazionale abbiamo più volte sollecitato il Governo che pare però essere sordo alle nostre richieste, ma la nostra regione può e deve superare l’apatia nazionale e programmare il suo futuro.
E’ necessario un piano industriale che affronti i temi non solo dell’industria in senso stretto ma anche dell’agricoltura, del turismo, del commercio, delle infrastrutture e dei trasporti. É necessario che venga costituito un tavolo di lavoro che filtri le esigenze di tutti i settori produttivi. In ogni caso è d’obbligo rivedere le infrastrutture (strade ferrate e non, energia, telefonia ecc.), capire quale tipo di turismo è più indicato per la nostra Isola o per alcune aree di essa. Senza programmazione non si ha certezza e senza certezza le imprese si muovono con difficoltà e anche esse non investono o investono poco ed è così si condannerà ancora una volta la Sardegna a perdere l’ennesimo treno.
fonte: www.andreavallascas.it
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