Ci accingiamo, in questi giorni, a difendere come MoVimento 5 Stelle, la Costituzione Italiana da un vero e proprio colpo di Stato, attuato dall’attuale maggioranza.
“L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari”, sosteneva Gramsci. L’uomo purtroppo ha la memoria corta e la storia sembra ripetersi, nel passato le Costituzioni flessibili, quali lo Statuto Albertino e la Costituzione tedesca, persero di significato sotto i colpi dei regimi totalitari, adesso tocca alla nostra Costituzione.
Per evitare il ripetersi di colpi di mano autoritari, nel 1948 fu approvata l’attuale legge fondamentale dello Stato, che fu pensata, elaborata e scritta proprio da coloro che vissero il famoso ventennio.
Per scongiurare il triste epilogo toccato allo Statuto Albertino, i padri costituenti la previdero di tipo rigido (art. 138 Costituzione).
Il golpe silenzioso, in atto già da qualche anno, sta marciando in modo strisciante e subdolo rendendo di fatto flessibile, la nostra legge fondamentale. In virtù, infatti, del disegno di legge costituzionale n. 1359 s’istituisce, in deroga al già citato articolo 138, un comitato per le riforme costituzionali. La storia è strana, si ripete ho scritto, nel 1923 la legge elettorale “Acerbo” consegnava, di fatto, il potere nelle mani del PNF, nel 2005 la legge “Calderoli” permette a PD e PdL di governare e stravolgere a proprio piacimento la Costituzione Italiana.
Una Costituzione nata per essere modificata da un Parlamento eletto con il sistema proporzionale, non può essere snaturata da chi si ritrova, per via del “Porcellum”, al Governo. Non si può modificare in modo unilaterale la legge fondamentale dello Stato, ogni mutamento deve essere condiviso con tutti i cittadini. Complice di quest’azione profondamente anti-democratica è il mondo dell’informazione.
La storia si ripete, nel ventennio tutta la stampa era sottoposta a controllo, ed eventualmente censurata se esprimeva contenuti anti-nazionalistici o di critica verso il Governo. Ai giorni nostri i media sono sottoposti al controllo di lobbies che fiancheggiano il potere politico, con il risultato che essi sono un veicolo propagandistico e non uno specchio fedele della realtà.
Già da qualche anno si sente e si legge proprio dai media “al soldo” del Sistema, come sia necessario per la stabilità politica e per il bene dell’Italia, modificare la forma repubblicana da parlamentare a presidenziale o semi presidenziale. Tutti sappiamo che non è questa la soluzione, questa è solo la classica strategia del “fumo negli occhi”.
La Costituzione sta subendo un grave attacco, ma non vi è adeguata attenzione dei media che anzi insistono, col distrarre l’attenzione degli italiani prima con la, seppur grave, crisi siriana e poi a seguire con “l’inevitabile” aumento dei costi dei carburanti o della personale e vergognosa vicenda giudiziaria di Berlusconi.
Il MoVimento 5 Stelle si oppone alla violazione della modalità stabilità dall’art. 138, nel contempo s’impegna a informare tutti gli italiani del grave complotto perpetrato ai loro danni da una maggioranza politica che ha smarrito ogni coscienza e pudore civile. La nostra opera di contrasto va dal Parlamento, con l’azione di numerosi emendamenti ai banchetti presenti in numerose piazze italiane.
Non abbiamo risparmiato in questa battaglia per la libertà l’uso di azioni eclatanti come l’occupazione da parte di 12 cittadini a Cinque stelle del tetto di Montecitorio, nel tentativo di riportare all’attenzione dei “dormienti” e di tutta l’opinione pubblica, un fatto che non ha precedenti nella storia repubblicana.
Lo stesso Ferdinando Imposimato, tutto fuorché un pentastellato, ha definito l’ennesimo colpo di mano delle larghe intese, in questo modo: “Quella che si vuole fare da parte del Governo Letta, d’accordo con il condannato ex premier, è una riforma incostituzionale perché tende a cancellare dopo appena 65 anni la nostra Costituzione, a partire dall’art. 138 che si vuole cambiare violando la Costituzione, per stravolgere subito tutto il resto. Eppure l’art 138 è uno dei pilastri della Carta, che non può mai essere derogato, ma solo modificato non come vogliono le larghe intese, ma secondo la procedura dello stesso art 138”.
Andrea Vallascas
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