Le gite della corte renziana e l’agonia dei comuni sardi
Il copione ormai è sempre lo stesso: fotografie, annunci, fiumi di retorica e una strategia che ricorda quella di un Achille Lauro 2.0. Così in vista del Referendum, si moltiplicano i Patti: Napoli, Firenze e adesso Cagliari. Per Renzi più che il risultato contano i titoli nei giornali, costantemente smentiti dai fatti. Il Patto per Cagliari segue quello per la Sardegna, finanziato con fondi già dovuti.
Propaganda che piace alle amministrazioni amiche, spesso supine verso il Presidente. Vale la pena ricordare a Renzi un problema sollevato dai sindaci della nostra Isola: la necessità di superare le norme che impongono la parità di bilancio.
Nelle casse di 377 comuni ci sono circa 200 milioni di euro che non possono essere utilizzati. Sotto la scure dei vincoli di bilancio finiscono anche i 119 comuni sotto i mille abitanti. Senza l’elasticità di bilancio necessaria, per le comunità delle zone interne, non ci sarà nessuna opportunità di sopravvivenza. Da una Regione che sostiene di volere dedicare l’ultima parte della legislatura a queste realtà, ci attendiamo una posizione chiara.
Le plenarie, come quella svoltasi in Parlamento di recente, hanno palesato l’assenza di volontà politica di risoluzione al problema, persiste una pietosa solidarietà di facciata. Per i comuni sardi, casse congelate. Le gite in Sardegna, finalizzate a consegnare una scarpa adesso e l’altra dopo le elezioni, suonano perciò come una musica stonata. Il Bonus Cagliari non ci basta, i Comuni hanno diritto a una normativa che garantisca la sopravvivenza delle sue comunità.
articolo pubblicato su cagliaripad, 11 Novembre 2016
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