L’illusione “celeste” di Pigliaru
Il marketing degli eventi ha trasformato lo scalo tecnico del Presidente della Repubblica Popolare cinese, diretto verso il Perù, in un momento onirico, che ha portato subito la politica regionale a correre speranzosa verso l’illustre ospite. Come se da esso dipendesse il futuro della nostra sfortunata isola. Dico sfortunata, perché nonostante il progredire della storia, la classe dirigente nostrana, ricade periodicamente nella fallace illusione che qualcuno ci salverà.
L’idea che la soluzione sarebbe arrivata dall’Aga Khan, dai Moratti, dall’industria del continente, ancora prima dai Savoia, torna a proporsi in versione 2.0. Come se la storia non avesse insegnato nulla. La politica regionale, preda di brame e individualismi baronali, ha rinunciato a creare un disegno di sviluppo e gettare le basi di un piano di rinascita autoctono, che sdogani questo termine dalla traccia dolorosa lasciata sulla nostra terra da quelli originari, fatta di vertenze aperte, violenza sull’equilibrio ambientale, miseria e disperazione. Piuttosto invece preferisce affidarsi all’”uomo magico” sia straniero che italiano.
Vedi i patti, per il sud, per la Sardegna, per Cagliari, in cui si ripete miseramente, lo stesso copione: annunci, fotografie, progetti faraonici e poi il silenzio. Senza che chi deve batta i pugni sul tavolo e pretenda per quanto la nostra Isola ha dato e dà ancora. Benvenga il Presidente della Repubblica Popolare cinese, non ci si aspetti però che l’impero celeste venga qui a illuminare di crescita la nostra Isola, per avere approfondito il tema dell’ingresso dei capitali cinesi negli asset strategici italiani, so bene che non è tutto oro quello che riluce.
fonte : www.andreavallascas.it
articolo pubblicato su cagliaripad.it il 18 novembre 2016
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