L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro, recita la nostra Costituzione. Il lavoro è alla base della vita dell’uomo, è un diritto non negoziabile, deve essere retribuito in modo equo e proporzionato, deve rispondere ai talenti e all’impegno che viene profuso. Il lavoro è dignità, non è sussidio né ristoro. L’auspicio è che questo sia l’ultimo anno di una festa del lavoro con una così profonda crisi del lavoro stesso. Questo è il secondo primo maggio che di festoso ha poco, per tanti, troppi italiani. I lavoratori e i tanti e troppi disoccupati, le nostre decine di imprese in crisi, hanno diritto a delle risposte perché questo torni a essere un giorno di festa non un triste rituale che ha perso ogni significato. Ai miei conterranei auguro un Buon Sant’Efisio, che il martire guerriero che oggi attraversa la città in solitaria guardi alle sofferenze della nostra Isola e ci liberi dalla Pandemia come fece dalla peste.
La vittoria dell’astensionismo militante
Le ultime elezioni si sono contraddistinte da un ulteriore decremento dell'affluenza alle urne e sancisce la vittoria del nuovo male della democrazia: l'astensionismo militante. Per la prima volta nella storia alle Europee ha votato meno di un italiano su due, il...
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