Il problema dello spopolamento nella nostra Sardegna, ormai allarmante, nel giro di qualche decennio rischia di cancellare interi paesi, come emerso dallo studio “Comuni in estinzione”, realizzato dall’Università di Cagliari su incarico del Centro regionale di programmazione.
La posizione del professor Paci, vice-presidente della Regione, sul tema, è a dir poco stucchevole, in un seminario presso Austis, sostiene che lo spopolamento di numerosi comuni in Sardegna è un fenomeno ormai acquisito, definitivo e fisiologico.
Afferma dunque che i servizi andranno riconosciuti solo dove ci sono i numeri. Dunque, per la Regione, la politica rinuncia a gestire i fenomeni, e arginarli con la sua azione, ma li subisce. A mio avviso li incentiva perché per scelta strategica decide di destinare le risorse verso altre priorità che escludono la tutela della nostra storia e identità.
Il governatore Pigliaru, che non smentisce Paci, sostiene di volere rilanciare le zone interne attraverso un Master Plan (siamo quasi a metà legislatura) senza spiegare come. Come negare che questi processi siano condizionati dalla strategia di questo Governo?
Grazie ai tagli lineari che sacrificano la presenza dello Stato: via le scuole, ospedali, presidii delle forze dell’ordine, uffici postali. Come si può sopravvivere senza i servizi essenziali? Come si può sopravvivere senza prospettive di sviluppo? Domande che spesso per calcolo politico escono dal dibattito.
fonte : https://www.andreavallascas.it/spopolamento-sardegna/
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