Imbarcazioni sarde ancora escluse dalla cattura del tonno rosso. Nonostante l’apertura nei confronti delle tonnare fisse con l’assegnazione delle quote individuali agli impianti della Sardegna, ad oggi non sono stati autorizzati operatori dell’isola per quanto riguarda gli altri sistemi di cattura. Nel frattempo, si annunciano già gravi ripercussioni per la recente sospensione delle catture accidentali a causa del superamento della quota prevista per il 2019. Tutto questo rende urgente una riorganizzazione del settore, non più su base nazionale, ma su base regionale, per garantire le stesse opportunità a operatori e marinerie interessate dalla rotta del tonno».
È quanto afferma Andrea Vallascas, capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, che ha presentato un’interrogazione al Ministro delle politiche agricole, alimentarli e forestali sugli ultimi decreti che disciplinano la pesca del tonno per il 2019 per i sistemi circuizione e palangaro.
«Se nei giorni scorsi – spiega Vallascas – il Ministero ha dimostrato una grande apertura nei confronti del settore delle tonnare fisse, assegnando le quote individuali agli impianti della Sardegna, molto resta da fare per gli altri sistemi di cattura e per le imbarcazioni sarde che continuano ad essere escluse».
«Quest’anno, ad esempio – prosegue – sono state ammesse alla pesca 52 imbarcazioni (19 per la circuizione e 33 per il palangaro), prevalentemente siciliane e campane. Sono dieci in più rispetto alla scorsa stagione. A queste si aggiunge una decina di “feluche”, sempre siciliane. Mentre nessuna imbarcazione dell’Isola è stata autorizzata».
«In pratica – aggiunge – permane quella situazione di disparità tra regioni che si era determinata con l’introduzione del contingentamento delle quote. Questo nonostante il buon esito avuto negli ultimi anni dai piani di ripopolazione del tonno, che ha spinto l’ICCAT ad aumentare costantemente il totale ammissibile di cattura».
«Nel sistema della pesca del tonno – sostiene – ci sono altri elementi di disparità, come le quote riservate alle catture accidentali. Si tratta di quote nazionali che si esauriscono nella prima fase della rotta del tonno, praticamente lungo le coste siciliane. Circostanza che si è verificata anche quest’anno obbligando il Ministero a sospendere le catture per un mese». «Tutto questo – conclude Vallascas – rende necessario un riordino del settore, pensando a una suddivisione delle quote, non più su base nazionale, ma regionale e a un riordino che valorizzi e non escluda gli operatori e le economie locali interessate dalla rotta del tonno, con particolare attenzione alla piccola pesca artigianale
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